Germania: gas, carbone e Transizione

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Senza adottare opinioni a priori, ma netto nella posizione.

Nei vertici susseguitisi in Marzo, Scholz ha ribadito l’impossibilità di applicare un embargo completo nei confronti la Russia. In questo senso le possibili conseguenze sono ritenute ancora non gestibili. Il Cancelliere tedesco, riporta Zeit.de vuole: rendersi indipendente dalle importazioni di carbone, gas e petrolio dalla Russia il più rapidamente possibile, e su questo assicura, si sta lavorando per una rapida diversificazione. Stesso concetto viene ribadito dal ministro degli esteri Annalena Baerbock.

Attualmente il dibattito sugli approvvigionamenti è ravvivato dalla domanda su quanto ancora mantenere il carbone come fonte di energia visto il periodo di emergenza. Discorso molto simile è quello per l’allungamento del tempo di vita delle restanti centrali nucleari.

Dall’inizio del conflitto varie voci politiche provenienti da settori conservatori hanno messo in guardia l’opinione pubblica sui rischi di questa anticipazione dell’uso del carbone voluta dai Verdi al 2030, rispetto alla data precedentemente fissata del 2038. 

Il carbone è oggi la principale fonte di energia sul pianeta, di una tipologia di questo, la lignite, e la Germania è stata nel 2019 il maggiore produttore mondiale, prima di Cina e US. Nel suo mix energetico del 2019 il paese impiegava il 22% di lignite appunto, 12% di carbone, 13% di gas, ed il 34% di rinnovabili. Nella trasmissione Bericht aus Berlin, il ministro dell’economia e della protezione del clima (nonché vice-cancelliere) Robert Habeck, si esprime in merito all’argomento:

sull’anticipazione dello stop al carbone al 2030, Habeck dice, che anche alla luce degli eventi in Ucraina, lasciar funzionare più a lungo il carbone significa dipendere più a lungo dalla Russia, o comunque da qualsiasi altro fornitore alternativo alla Russia. 

Intervistato in merito all’energia nucleare, e quindi alla possibilità di rivedere la chiusura delle restanti centrali nucleari a fine 2022, Habeck risponde che la loro apertura non darebbe un contributo valido per l’inverno 22/23 e che inoltre i costi di riattivazione in sicurezze, a fronte del beneficio che se ne otterrebbe, non sono giustificati. 

Da questo punto di vista, sono gli stessi gestori degli impianti in dismissione a sostenere che il nucleare non ha futuro in Germania, dicendosi non interessati ad un dietro front sulla riattivazione degli impianti stessi. Come dichiara al Rheinische Post un portavoce della società Eon.

Habeck pur consapevole che la fornitura in grandi quantità di Gas Naturale Liquefatto non è di immediata attivazione (e consapevole che la capacità estrattiva di gas norvegese è già al limite), ritiene che comunque in caso di chiusura immediato stop di gas russo, la Germania riuscirebbe a superare l’inverno grazie all’interscambio nel mercato interno europeo ed alle scorte accumulate.  Se attivate le importazioni potenziali di GNL potrebbero coprire sino al 40% di fabbisogno europeo di gas. Tuttavia ciò non scongiurerebbe in assoluto la possibilità concreta di colli di bottiglia o razionamento delle forniture, in caso di stop del gas russo sembra lasciar trapelare il leader dei Verdi. Da Aprile, Lituania, Estonia e lettonia hanno smesso di alimentarsi con gas russo. Ciò è stato possibile tramite la costituzione di terminali per il GNL, da una alta quantità di stoccaggi, e nella concreta prospettiva di essere collegarsi in modo più esteso alla rete europea.

Per il partito, è uno scandalo che nel tempo si sia assecondata una tale dipendenza dalla Russia. Habeck specifica che allo stato attuale dalla Russia si importa il 55% di gas, 50% di carbone, 35% del petrolio. La ricerca di due reporter del canale di informazione bavarese BR24 approfondiscono alla fonte questi dati, aggiungendo che solo per il petrolio, mensilmente la Germania corrisponde più di un miliardo di Euro alla Russia. Il consumo complessivo è comunque in diminuzione rispetto al passato.

Il gas che alimenta la Germania, va prevalentemente per il riscaldamento e per l’industria. Per queste utilità, l’idrogeno sarebbe adatto ad una sostituzione. Tuttavia va detto che questa, ad oggi, non sembra una forma di energia matura al 100%. Parlando dell’idrogeno verde, e cioè un idrogeno ricavato da rinnovabili, questo risulta largamente sussidiato, anche perché economicamente l’energia fossile è più conveniente.

La Thyssenkrupp, azienda attiva nella siderurgia, è già in prima fila nella produzione di idrogeno verde tramite la controllata Nucera, il cui amministratore delegato afferma che il mercato dell’idrogeno aumenterà di 7 volte nei prossimi 30 anni e che gli ordini per la produzione sono in costante crescita.

Per quello che riguarda lo stop delle forniture russe, evenienza a cui è bene essere preparati, a marzo, la Germania è entrata in livello di pre-allerta per l’approvvigionamento del gas. Un team di crisi analizza e valuta la situazione delle forniture ora per ora, attualmente il livello di attenzione è al primo gradino. I prezzi dell’energia sono monitorati, ma aumenti non possono essere esclusi. Nel secondo livello di attenzione, il livello centrale potrebbe richiedere l’interruzione programmata di forniture per garantire le forniture all’industria. Nel terzo e ultimo livello, l’agenzia di rete federale diventa direttamente gestore di gas secondo priorità.

Alcune associazioni a livello federale, forniscono argomenti e pareri su quello possiamo chiamare  il tema della ristrutturazione energetica. Tra queste abbiamo la BEE, la Bundes-verband Erneuerbare Energie che, attiva dal 1991, segue con interesse la promozione delle energie rinnovabili. L’associazione Bne (Bundes-verband Neue Energiewirtschaft) è formata da imprese che cercano modelli di business e un quadro giuridico nuovo. Questo può essere suggerito o considerato nell’azione del legislatore.

La Bne, si struttura su 4 aree fondamentali

flessibilità e digitalizzazione, mercato e regolamentazione, decarbonizzazione e accoppiamento settoriale ed energie rinnovabili.

In particolare l’accoppiamento settoriale è quel momento in cui tramite un vettore energetico, normalmente l’idrogeno, si riesce ad immagazzinare energia in quel momento in eccesso. Usandola quando richiesta. 

Riprendendo il pensiero dell’economista francese Gaël Giraud bisognerà, rimpiazzare il più in fretta possibile la produzione di elettricità tramite:

fonti rinnovabili, rinnovo termico a tutti gli edifici per renderli energicamente neutrali, garantire la mobilità verde di passeggeri e prodotti, ed infine, capire che dal punto di vista industriale chi oggi sta sviluppando soluzioni flessibili, pionieristiche e in generale know how. Si tratta di creare massa critica ambiti sulla definizione dei modelli di business, tecnologie di stoccaggio, protocolli di scambio dati in sicurezza, semplificazione normativa. E non meno importante, la minimizzazione dell’impatto della produzione sulla domanda di nuove materie prime. 

Transizione: tra politica ed economia.

Dicevamo il contratto di coalizione come Road Map. Questo prevede un immediata espansione del fotovoltaico con lo scopo di installare 200GW di capacità entro il 2030.  E l’obiettivo, considerando che la quota nel 2021 di energia elettrica consumata prodotta tramite rinnovabili, è stata del 41% (l’anno prima era il 45%) è realisticamente raggiungibile. Per avere una misura di grandezza, l’Italia utilizza annualmente intorno a 300 GW ora di energia elettrica, la Svizzera 60, il Giappone 900. Nel 2021 sono stati generati in Germania un totale di 582 GW ora di elettricità, di questi, 238 provenivano da fonti rinnovabili. Il resto, da vari tipi di carbone, nucleare, metano e fonti minori.

In questa quota, quasi 100 provengono dall’eolico on shore. Il fotovoltaico ha fornito 50 GW ora (come i rifiuti biomasse), l’eolico in mare 25 GW ora e l’idroelettrico 20. Il Parlamento Europeo ha stabilito che entro il 2030 i paesi dovranno ricavare almeno il 35% della loro energia consumata, da rinnovabili. Con la attuale quota del 41%, la Germania è già oltre l’obiettivo europeo. Nel contratto di coalizione si è posta come obiettivo quello dell’80% entro il 2030. Per il solare le misure praticate saranno il repowering, che consiste nel sostituire le aree di installazioni esistenti con pannelli ad alte prestazioni.  Nel nuovo pacchetto energetico sarà obbligatoria l’installazione di pannelli fotovoltaici nei nuovi edifici e in quelli ristrutturati. 

In generale vengono individuate sempre più aree precedentemente destinate ad altri usi o dismesse. La Baviera ha per esempio individuato un area nel comune di Hallbergmoos dove produrrà energia per 10.000 famiglie ed imprese in un parco fotovoltaco precedentemente destinato a monocoltura. Ciò, usando strutture a incastro che non necessitano di cemento e che dunque possono essere rimosse in ogni momento. Il progetto in questione prevede disponibilità di energia 24 ore su 24, una stazione di servizio dedicata a gastronomia, eventi, un area commerciale, un area amica di api e insetti ed un area di ricarica di auto elettriche.

È prevista una maggiore remunerazione per incentivare sistemi energetici da tetto, una incentivazione per l’agro-fotovoltaico (ovvero un mix agricoltura energia) e l’interconnessione delle reti elettriche in modo intelligente. Rafforzare la “Smart grid” significa applicare le tecnologie dell’informazione per la comunicazione tra sistemi energetici.

Fonti: tagesschau.de (Baerbock): https://rb.gy/j6xenm | zeit.de: https://rb.gy/hhxsgm | tagesschau.de (Russland): https://rb.gy/pbkopb | euronews (Lithuania): https://rb.gy/bpi7p2 | BR24: https://rb.gy/obadwo | erneuerbare energie: https://rb.gy/0zpwee | tagesschau.de (Wasserstoff): https://rb.gy/wb0ig7 | euractiv.com (early warning): https://rb.gy/enppl5

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